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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: http://hdl.handle.net/10761/1204

Data: 17-apr-2012
Autori: Maiolo, Kim Patrizia
Titolo: Danno cerebrale nel pretermine con di stress respiratorio:studio clinico retrospettivo comparato al quadro ecografico
Abstract: Attualmente l 1,5% delle nascite sono pretermine. Il miglioramento dell assistenza ai neonati prematuri ha portato ad un aumento della loro sopravvivenza a oltre il 90% Purtroppo non si è osservato un miglioramento analogo per quanto riguarda la morbilità neurologica. I prematuri che sopravvivono possono presentare sequele neurologiche gravi nel 10% circa dei casi e sequele neurologiche più lievi nel 25-50% dei casi Il danno cerebrale nel pretermine si manifesta con un danno ipossico-ischemico a livello della sostanza bianca, le cui lesioni fondamentali sono l emorragia peri-intraventricolare e la leucomalacia periventricolare. Lo studio retrospettivo condotto è stato effettuato su un campione di 20 neonati, con età gestazionale inferiore od uguale alle 32 settimane, ricoverati per prematurità e distress respiratorio presso l UTIN dell Azienda Opsedaliero-Universitaria Policlinico di Catania, nel periodo compreso tra il mese di Luglio 2010 e il mese di Agosto 2011. Nel nostro studio abbiamo valutato l incidenza di danno cerebrale nei prematuri sotto l età gestazionale di 32 settimane, affetti da distress respiratorio correlandolo all anamnesi gravidica ed ai dati clinici e terapeutici durante il ricovero. Su 20 prematuri il 45% ha sviluppato un danno cerebrale, in 3 casi IVH, in 6 casi PVL. Sia nei neonati con PVL che in quelli con IVH si è evidenziata un età gestazionale un peso alla nascita ed un punteggio Apgar più bassi rispetto ai neonati con quadro cerbrale normale. I neonati che hanno sviluppato PVL e IVH hanno avuto una percentuale maggiore di incidenza di corioamniosite Nei neonati con IVH si è riscontrata una percentuale inferiore di profilassi steroidea materna. Il confronto tra i diversi parametri clinici misurati al momento dell ammissione non evidenzia differenze significative, tra i tre gruppi di pazienti. Si è evidenziato un maggiore ricorso ad emotrasfusioni e all utilizzo di amine adrenergiche e fenobarbital nei pazienti con IVH Il numero di giorni di degenza è risultato significativamente maggiore nel gruppo di prematuri che hanno sviluppato IVH. Per quanto concerne la necessità di supporto ventilatorio per il distress respiratorio si evidenzia che i pazienti che hanno presentato IVH o PVL sono stati sottoposti ad intubazione oro-tracheale e a ventilazione meccanica assistita (AC-ET) nella quasi totalità dei casi.
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