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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: http://hdl.handle.net/10761/1436

Data: 3-apr-2013
Autori: Privitera, Giovanna
Titolo: Studio di nuovi approcci farmacologici in grado di inibire l'attivazione dei recettori del fattore di crescita epidermico (EGF) in linee cellulari di carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC)
Abstract: Il carcinoma del polmone rappresenta attualmente la neoplasia più frequentemente diagnosticata e costituisce la principale causa di morte per tumore solido al mondo. E una malattia multifattoriale che riconosce nella cancerogenesi cause ambientali e cause genetiche. L istotipo più frequente è il carcinoma non a piccole cellule (NSCLC) che rappresenta circa il 75-80% delle diagnosi. Il principale approccio terapeutico consiste nella resezione chirurgica (eventualmente preceduta e/o seguita da chemioterapia) limitata però ai soli stadi iniziali. Studi precedenti hanno dimostrato che l iper-espressione o l attivazione costitutiva dei recettori del fattore di crescita epidermico (EGF) è coinvolta nella crescita dei carcinomi umani, incluso quello polmonare. In questo lavoro sperimentale è stato studiato l effetto del blocco di due recettori dell EGF, EGFR e HER-2, sulla proliferazione delle cellule A549 e NCI-H226 di carcinoma polmonare. Sono stati utilizzati, a tale scopo, cetuximab, anticorpo monoclonale diretto contro l EGFR e trastuzumab, anticorpo monoclonale diretto contro l HER-2, a diverse concentrazioni per 72 h. Mediante il saggio di proliferazione MTT (3,(4,5-dimethylthiazol-2)2,5 difeniltetrazolium bromide) è stato osservato il 91,4% di inibizione della proliferazione delle cellule A549 trattate con una combinazione di cetuximab e trastuzumab alla concentrazione di 40 ug/ml, mentre le cellule NCI-H226 hanno mostrato una resistenza allo stesso trattamento combinato. Sono state successivamente valutate le eventuali variazioni di espressione dei livelli di mRNA dei recettori EGFR e HER-2 di entrambe le linee cellulari. Nelle cellule A549 è stato osservato un significativo incremento dei livelli di mRNA di EGFR dopo 30 h dal trattamento farmacologico, spiegabile considerando il meccanismo di azione del cetuximab, che determina internalizzazione e degradazione del recettore in tempi brevi. A questa segue quindi nuova sintesi di proteine recettoriali. Questi livelli di mRNA diminuiscono dopo 48 h e 72 h dal trattamento per avvicinarsi poi ai valori normali. Un comportamento analogo è stato osservato nei livelli di mRNA del recettore HER-2, in cui l internalizzazione del recettore, conseguente all interazione con il trastuzumab, determina già a 18 h di trattamento un incremento dell espressione di tale recettore. Le cellule NCI-H226 hanno mostrato invece un aumento di circa 3,5 volte dei livelli di mRNA dell EGFR dopo 48 h dal trattamento e il mantenimento di alti livelli anche dopo 72 h. Il recettore HER-2 non sembra essere invece influenzato dal trattamento farmacologico e, almeno nei primi tempi della somministrazione, i livelli di mRNA non vengono alterati. Solo dopo 72 h di trattamento è stato osservato un aumento di tali livelli, che vengono circa raddoppiati, ad indicare un possibile coinvolgimento tardivo di tale recettore nella risposta al trattamento combinato. L iniziale scarso coinvolgimento del recettore HER-2 potrebbe quindi essere responsabile della resistenza delle cellule NCI-H226. E pertanto nostro obiettivo futuro prolungare il tempo di trattamento delle cellule NCI-H226 con cetuximab e trastuzumab allo scopo di valutare un effetto antiproliferativo più tardivo. La differenza di sensibilità al cetuximab e al trastuzumab, nelle due linee cellulari prese in esame, non dipende invece dal numero di copie del gene, in quanto, mediante la tecnica di ibridazione in situ fluorescente (FISH), abbiamo osservato lo stesso incremento del numero di copie dei geni EGFR e HER-2 e quindi una condizione di polisomia, in entrambe le linee cellulari. La strategia di agire su entrambi i recettori potrebbe quindi migliorare il trattamento del carcinoma polmonare, aumentare la sopravvivenza e ridurre gli effetti collaterali della terapia, garantendo così al paziente un sensibile miglioramento della qualità di vita.
InArea 06 - Scienze mediche

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