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Data: 5-mag-2011
Autori: La Rocca, Fabrizio
Titolo: Disgrafia e Disprassia: casistica personale
Abstract: La Disprassia e' un disturbo evolutivo della coordinazione motoria i cui criteri diagnostici includono una marcata difficolta' e/o ritardo dello sviluppo motorio, tali da interferire con lo svolgimento delle attivita' quotidiane e con l'apprendimento scolastico. In particolare, la disgrafia puo' essere considerata come un sintomo di disprassia, intesa come incapacita' a rappresentarsi nello spazio, a programmare ed eseguire volontariamente atti motori consecutivi. La disgrafia a' un disturbo della scrittura caratterizzato da una difficolta' specifica nella riproduzione dei segni alfabetici e numerici, il cui tracciato appare incerto, irregolare nella forma e nelle dimensioni. In tal senso, e' implicita, anche, la difficolta' a realizzare progetti motori sia in termini grafomotori che di sequenzialita'. Scopo nel nostro studio e' stato quello di valutare, in una popolazione di pazienti pediatrici affetti da disturbo specifico dell'apprendimento ed in particolare da disgrafia, l'incidenza di difficolta' di coordinazione motoria tali da essere inquadrati in una sindrome disprassica. Il nostro studio, condotto dal gennaio 08 al febbraio 09 presso l'U. O. di NPI del Policlinico di Catania e l'ASL VCO di Omegna dal giugno 09 all'ottobre 10, ha incluso 30 bambini, d'eta' compresa tra 6.4 a 8.8 anni, giunti alla nostra osservazione per difficolta' scolastiche. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a valutazione neuropsicologica tramite l'utilizzo dei seguenti test: WISC-R, RAVEN, VMI, Sartori-Job-Tressoldi, Prove MT ed APCM. Dai risultati ottenuti circa il 70% dei pazienti affetti da disturbo specifico dell'apprendimento presentava disgrafia e di questi il 30% mostrava difficolta' nell'ambito della motricita' inquadrabili in una disprassia. Tali risultati confermano che una cattiva grafia sottende un serio problema che coinvolge sia le componenti motorie (prensione), ma anche quelle percettive (gestione dello spazio) e psicomotorie (coordinamento oculo-motore). E' necessario quindi una valutazione clinica funzionale che tenga conto sia della sequenzialita' (mani e dita), delle abilita' oculomotorie e di sequenzialita' esplicita ma anche della coordinazione statica e dinamica, di abilita' grafico-costruttive, dei movimenti orofacciali e dei gesti simbolici. Una valutazione diagnostica funzionale cos' articolata non solo consente un inquadramento piu' dettagliato del disturbo ma anche di attuare un programma riabilitativo mirato che necessita di un'attivita' integrata tra i vari operatori che lavorano con il bambino al fine di perseguire obiettivi comuni e garantire una continuita' riabilitativa didattica.
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