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Area 11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche >

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: http://hdl.handle.net/10761/301

Data: 6-mag-2011
Autori: Di Mauro, Alessandro
Titolo: Regime fascista e mito di Roma: il ruolo dell'Istituto di Studi Romani (1925-1943)
Abstract: L'argomento del presente lavoro e' il ruolo svolto dall'Istituto di Studi Romani per la creazione del consenso negli anni del fascismo, in particolare per quel che riguarda la politica coloniale del regime in Libia e in Etiopia. L'eredita' spirituale dell'antichita' romana e' un'idea centrale nell'ideologia fascista, soprattutto nell'epoca del Concordato tra Vaticano e regime fascista e dell'annessione dell'Etiopia. Il culto della romanita' viene illustrato attraverso l'attivita' dell'Istituto di Studi Romani, fondato nel 1925 da Carlo Galassi Paluzzi, direttore della rivista "Roma" e segretario a vita. L'Istituto svolse una notevole attivita' di organizzazione intellettuale e fu luogo d'incontro tra nazionalismo, cattolicesimo e fascismo nel nome della "eternita' di Roma" e della collaborazione tra intellettuali e politici, compresi lo stesso Mussolini, il ministro dell' Educazione nazionale Giuseppe Bottai e il gesuita Pietro Tacchi Venturi. Il culto della romanita' professato sostiene la continuita' tra la Roma antica e quella fascista e il richiamo alle conquiste romane incoraggia e giustifica le annessioni coloniali, come la conquista dell'Etiopia vista come rifondazione dell'impero romano. In quest'ottica l'opera di Carlo Galassi Paluzzi si concentra non solamente nell'attivita' intellettuale e propagandistica in Italia ma anche nel tentativo di fondare sezioni dell'Istituto in Libia ed Etiopia attraverso contatti con Balbo, Bottai, Lessona e altre eminenti personalita' del regime fascista e della Chiesa Cattolica.
This report consists on the study of the role played by the Istituto di Studi romani in the consent buiding during the fascist era, expecially concerning the colonial policy of the regime in Libia and Ethiopia. The spiritual heritage from Roman antiquity is a central idea in the fascist ideology, expecially during the age of the Concordato between the Vatican and the fascist regime and the annexation of Ethiopia. The cult of Romanity is here illustrated through the works of the Istituto di Studi Romani, founded in 1925 by Carlo Galassi Paluzzi, director of the journal "Roma" and secretary for life. The Institute carried out a remarkable activity of intellectual organization, providing a common ground to nationalism, Catholicism and Fascism in the name of the "eternity of Rome" and the collaboration between intellectuals and politicians, including the same Mussolini, Giuseppe Bottai, minister for national education and the Jesuit Pietro Tacchi Venturi. The professed cult of Romanity assert the continuity between ancient and Fascist Rome, and the reference to Roman conquests encourages and justifies colonial annexations, as the conquest of Ethiopia regarded as a resurrection of the Roman Empire. From this perspective the work of Carlo Galassi Paluzzi concentred his efforts not only in the intellectual and propagandistic activity in Italy but in the attempt to establish departments of the Institute in Libia and Ethiopia too, through contacts with Balbo, Bottai, Lessona and others distinguished leaders of the fascist dictatorship and of the Catholic Church.
InArea 11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche

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