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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: http://hdl.handle.net/10761/379

Data: 12-set-2011
Autori: Sacca', Elisa
Titolo: La circolazione delle imprese nell'UE. Mobilità del lavoro e diritti collettivi.
Abstract: La ricerca sviluppa un nuovo aspetto del complesso rapporto tra liberta' economiche e diritto del lavoro, soffermandosi sui profili di collisione e sovrapposizione tra liberta' di circolazione dell'impresa e diritto del lavoro. L'interesse per la materia e' recentemente lievitato da quando il giudice dell'Unione Europea ha segnato il punto di equilibrio tra le liberta' di circolazione vantate dalle imprese, da un lato, e le liberta' e i diritti collettivi, di sciopero e di contrattazione, dall'altro. L'idea di fondo dalla quale si muove e' che esiste un filo concettuale invisibile che avvince le molteplici esteriorizzazioni del fenomeno della circolazione delle imprese nell'ordinamento dell'Unione. Detto legame puo' individuarsi nella volonta' dell'impresa di sottrarsi ad un diritto del lavoro considerato "ingombrante" nonche' nell'interesse a ridurre, in maniera determinante, i costi da sostenere per il fattore lavoro. Tra le poliedriche e poliformi immagini della vicenda economica della circolazione delle imprese vengono considerate, in particolare, due macromanifestazioni: la delocalizzazione produttiva e la prestazione di servizi (cd.) labour intensive. L'ordinamento sovranazionale europeo ha concesso alle imprese di tutelare il loro "diritto" alla circolazione avvalendosi delle disposizioni relative alle liberta' fondamentali - la liberta' di prestazione dei servizi ex articolo 56 TFUE e la liberta' di stabilimento ex articolo 49 TFUE. Entrambe le modalita' di circolazione sono suscettibili di produrre effetti e, in certa misura, collidere con il diritto del lavoro, vuoi per la compressione delle tutele di alcuni lavoratori che, pur operando in un dato ordinamento nazionale, sono sottratti alla sua regolazione lavoristica (i distaccati), vuoi per gli effetti indiretti che la paventata mobilita' puo' indurre negli ordinamenti interni, vuoi infine per i limiti e le restrizioni opposte all'esercizio dei diritti collettivi attivati per contrastare il progetto di circolazione. Il lavoro si articola dunque in tre parti: la prima che prospetta i possibili percorsi d'indagine ed i presupposti teorici che costituiscono lo scenario nel quale la tematica della libera circolazione delle imprese va inserita, la seconda che indaga la natura delle liberta' fondamentali e la loro attuazione giurisprudenziale, nonche' l'apporto ricostruttivo del diritto derivato, e la terza avente ad oggetto le restrizioni opponibili al diritto di sciopero, il piu' acre esito del conflitto tra libera circolazione delle imprese e diritto del lavoro. In particolare, il fulcro di questa sezione del lavoro e' costituito dall'accertamento degli effetti indotti nel sistema giuridico svedese da uno dei casi giurisprudenziali piu' discutibili, il caso Laval, che puo' fondare timori di dumping sociale nel territorio europeo e di destabilizzazione dei modelli di relazioni industriali. Il percorso, condotto attraverso il confronto con i principi fondamentali dell'ordinamento comunitario, addiviene alla conclusione della non indefettibilita' degli esiti dell'attuale contemperamento tra circolazione e diritto del lavoro e alla preconizzazione di una alternativa che valorizzi le tutele dei lavoratori e non si sostanzi in un pregiudizio per gli stessi.
InArea 12 - Scienze giuridiche

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