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Area 10 - Scienze dell'antichita', filologico-letterarie e storico artistiche >

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: http://hdl.handle.net/10761/943

Data: 6-feb-2012
Autori: Piazza, Laura
Titolo: Il verso dell uomo. Sul teatro di Mario Luzi
Abstract: Il lavoro si propone di ripercorrere l intero corpus teatrale di Luzi generatosi, dagli anni settanta, da quell essenza dialogica che in maniera sempre meno velata caratterizza le sue opere poetiche. Attraverso i capitoli dedicati in particolar modo ai tre capolavori Libro di Ipazia, Rosales e Hystrio, si esamina la riflessione luziana sul tragico. Il poeta, memore delle teorie di Steiner e Szondi oltre che delle prospettive teologiche derivate dal pensiero di Teilhard de Chardin, sostituisce alla tragedia propriamente detta, impraticabile in epoca post-moderna, il concetto di tragico spreco , per cui la croce delle vittime, taciuta e apparentemente cancellata dalla storia, diviene protagonista di un genere che, pur mutando in stile e convenzioni, porta con sé il medesimo lamento puro e selvaggio del pensiero tragico sull inumanità dell esistenza. Il lavoro, altresì, sviluppa, attraverso documenti inediti, il rapporto di fertile interscambio tra la drammaturgia luziana e le teorie pedagogiche e drammaturgico-spettacolari di Orazio Costa Giovangigli (amico del poeta e regista in più occasioni dei suo testi teatrali). Si ricostruisce così un sodalizio che ha attraversato il teatro esistenzialista (italiano ed europeo) e mutuato molti degli aspetti estetico-filosofici (nei drammi di Luzi) e spettacolari (nella pratica scenica di Costa) del Teatro Rapsodico. Luzi e Costa, sostenendosi vicendevolmente, hanno consacrato la loro arte alla priorità della Parola Poetica, del verso dell uomo , del verbo che sin dalla Genesi abbiamo imparato a considerare espressione più autentica della nostra umanità (e divinità). Lo studio del teatro di Luzi può essere un primo passo verso una riconsiderazione più articolata e attenta delle esperienze controcorrente della scena teatrale italiana dal secondo dopoguerra in poi, periodo in cui ha esercitato il proprio dominio un avanguardia guidata dall odio per la parola, con funeste conseguenze non solo sul piano delle arti performative rilevabili ancora oggi. Consapevole che la natura drammatica in fondo insita in certa sua lirica ha trovato un eccellente decantazione nella misura teatrale, Luzi si dedicò negli ultimi anni di vita pressoché esclusivamente alla scrittura drammatica quasi dimostrando un incapacità a tornare indietro, a lasciar nuovamente disperdere, dopo averlo catturato nella struttura teatrale, l intrigo delle voci. Contro la minaccia di abumanizzazione della nostra epoca Luzi ha così esercitato la sua missione di scriba e la sua visione del teatro come rito potentemente umano, come arricchimento di coscienza e di conoscenza per chi ne è l interprete e per chi ne è lo spettatore.
InArea 10 - Scienze dell'antichita', filologico-letterarie e storico artistiche

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