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Area 10 - Scienze dell'antichita', filologico-letterarie e storico artistiche >

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: http://hdl.handle.net/10761/954

Data: 8-feb-2012
Autori: Italia, Sebastiano
Titolo: "Sotto 'l manto di queste favole". Dante e il Commento all'"Eneide" di Bernardo Silvestre
Abstract: Il presente lavoro si propone di indagare il nesso che lega Dante al platonismo elaborato nel XII secolo in Francia dalla scuola di Chartres, con particolare riferimento a Bernardo Silvestre e al suo Commentum al capolavoro virgiliano. Con puntualità e insieme con equilibrio, sono messi in evidenza e discussi ampiamente, in un attenta analisi comparativa, tutti quei passi di Dante nei quali il sottofondo dell esegesi bernardiana si lascia percepire. Sono documentabili vere e proprie citazioni; in forza della loro presenza, divengono evidenti anche le allusioni, non poche e di una certa rilevanza. Naturalmente, l analisi soppesa, caso per caso, nonché in sede di bilancio complessivo, la risignificazione che Dante imprime ai prestiti di cui si avvale. Sulla base dei riscontri testuali si può affermare che l esegesi bernardiana ha fortemente condizionato Dante nei primi tre trattati del Convivio; ma all altezza del quarto trattato di quest opera, Dante è attratto dalla lettura offerta da Servio. Per Bernardo, l Eneide si deve leggere secondo l allegoria dei poeti, dunque come narrazione non vera nel senso letterale; da parte sua, Servio accredita una lettura storica del capolavoro virgiliano. Ora questa seconda ottica diviene per Dante il Dante appunto del quarto trattato del Convivio, volto a esaltare l Impero sia come idea-guida, sia come concreta realizzazione promossa dai Romani una conquista decisiva. Un racconto virgiliano che risulti storicamente vero può accertare la fondazione illustre dell Impero universale, di cui è padre nobile un eroe come Enea, e inoltre rivendicare il suo carattere provvidenziale, che Virgilio enfatizzava. Non è ignorato il fatto che si pone a questo punto il problema di una coerenza della Commedia con la rivalutazione del senso letterale operata dal quarto trattato del Convivio. Ma non sussiste alcuna contraddizione: pur essendo costruito secondo l allegoria dei teologi, il poema sacro si avvale in alcuni passi dell allegoria poetica (è il caso della selva oscura), e ad ogni modo si ritiene libero di valorizzare spunti utili a livello di senso secondo anche quando rivendica la veridicità della lettera. Una direzione già visibile nel quarto trattato del Convivio. Ripensare Dante alla luce del neoplatonismo significa correggere quella direttrice interpretativa di taglio aristotelico che ha avuto un peso notevole nella critica dantesca. Correzione inevitabile: il contatto di Dante con la Scuola di Chartres e in particolare con Bernardo Silvestre si può considerare un dato certo. Non si dovrà per questo mettere in dubbio l impalcatura aristotelica della Commedia; semmai acquisire che quello dantesco è un aristotelismo sincretico, con forti venature di neoplatonismo.
InArea 10 - Scienze dell'antichita', filologico-letterarie e storico artistiche

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